venerdì 6 luglio 2012

Amazing sta cippa...

Ecco..
Sono andato a vedere Spiderman... Il nuovo Spiderman. Non che ne sentissi il bisogno, perché tra film, cartoon e fumetti, sta storia ormai la conosciamo abbastanza. Certo, il nemico è nuovo, ma prevedibile. Certo, gli attori sono nuovi, bravi; la regia è pacata ma consistente; gli effetti speciali interessanti.. Ma alla fine, è sempre la solita solfa. E allora, a chi giova questo film? Andare avanti con la storia (anche cambiando attori) sembrava brutto???
Questo dura più di due ore, è anche visivamente gradevole, ma alla fine resta davvero poco attaccato. Lo dcono anche i fan del fumetto e quelli di Tobey Maguire... Quindi: occasione mancata.

martedì 21 giugno 2011

A Grandi Linee

A volte senti nell'aria che qualcosa di non proprio felicissimo sta per accadere. Speri sempre di no, ma poi capita. Speri non sia grave, e quando non lo è ti dici "poteva andar peggio"... Beh, le palle girano comunque, ma in realtà le cose veramente importanti sono altre. Ed è bene che, io per primo, me ne ricordi: i problemi di insoddisfazioni professionali, di incomprensioni e simili... beh, a volte non sono poi così catastrofici. Ci resti male, ancora una volta... ma poi sei sempre qui, sei sempre tu. E davvero, basta un amico a cena (più che un amico, il fratello che non ho) che -nonostante problemi speculari- capisci come in profondità le cose significative sono davvero di una dimensione diversa.
Però sfogarsi fa bene. L'importante è imparare a voltar pagina velocemente.
Mi rendo conto che senza entrare nel dettaglio alcune cose sono incomprensibili: ma questo è il post dell' "a grandi linee"... Basta capire i flussi dominanti. I dettagli sono dettagli. Alla fine, ci sono momenti che valgono ben più delle arrabbiature. Oggi ho sentito suonare una pianta. Attaccata con due elettrodi a un sintetizzatore, ho sentito un vegetale comunicare. Il mondo è molto di più e molto i meglio di quello che riesco a vedere. E oggi sono felice di averlo (ri)scoperto. Con un paio di piccole ma importanti cose. La seconda era la cena.


Caserecce di farro alli mortacci loro


per 2 persone: 200 gr. di pasta corta di farro (io ho usato le caserecce); 1 carota, 1 zucchina, 2 fette di salmone affumicato, 1 filo d'olio, 1 spruzzo di salsa di soia.

Tagliare a julienne carote e zucchine, metterle in una pentoletta con un filo d'olio e farle leggermente riscaldare. Dopo 2 minuti a fuoco medio, aggiungere uno spruzzo di salsa di soia e il salmone tagliato a pezzettini non troppo piccoli (né grossi). fare saltare per altri 2 minuti a fuoco basso.
Una volta lessata la pasta, scolarla e unire il sugo nella pentola di cottura della pasta, facendola saltare per 30 secondi (se il sugo dovesse essere troppo denso, tenete un cucchiaio di acqua di cottura della pasta da unire quando saltate il tutto).
Mangiate pensando che alla fine per un'oretta il mondo puo fare a meno di noi. E quelli che ci hanno fatto incavolare... vadano pure a quel paese!

giovedì 19 maggio 2011

Abbiamo mangiato i bambini

Blog poco aggiornato ma per un buon motivo...
Ho fatto una settimana di vacanza in crociera. Splendido. Ma anche surreale a momenti. Ci si potrebbe fare una fiction comica, ambientata su una nave da 3000 passeggeri, tipo "Love Boat". Solo che qui è tutto vero.
Come il tipo salito a Bari con la famiglia, che parla al telefono coi genitori preoccupati e dice tranquillamente "Mo partiamo. Abbiamo già mangiato i bambini. Adesso andiamo alla piscina". Chissà se erano conditi o no... E se prima di partire aveva pisciato il cane e sceso la pattumiera...
O la tizia che ancora un po' sparava in mare il telefonino, colpevole di non avere segnale, nel bel mezzo del Mediterraneo. Beh capita... E' già tanto che a volte aggancia qualche cella limitrofa o che entra in funzione il sistema della nave. Ormai senza cellulare manco la pipì si fa più: e dire che molti hanno anche la bussola. Ecco, usarla per evitare bestiate geografiche... passando di fianco al "Pieroponneso" o al "Mar Ionico" (che peraltro navigando tra Venezia, Bari e la Grecia, resta un po' distante... c'è un pezzo di Puglia di mezzo).

Oggi niente ricetta. Pizza...

giovedì 5 maggio 2011

La filosofia in cucina

Non c'è nulla di più personale che la scelta degli ingredienti in cucina. Perché la pasta al forno, le polpette, ma anche un semplice risotto alla milanese, possono avere talmente tante varianti da impazzire. E stabilire un'univocità è possibile... ma è anche molto inutile.
Ho un ricordo al riguardo, legato al giro sulla "Route 66". Volendo star leggeri (leggeri, mangiando negli USA, è un eufemismo) a pranzo, se si mangiava, si decideva di optare per una "Caesar's Salad" o un "Club Sandwich", che sono assolutamente dei classici. Peccato che a seconda del ristorante/bar/fast food dove li si ordina, le differenze sono moltissime. Chi cambia il tipo di insalata, chi aggiunge o toglie ingredienti, chi prepara scaldando l'insalata in forno (mi è capitato). E, passando al sandwich, chi ci mette 3 o 4 strati di pane, chi lo fa con la baguette o col pane in cassetta; chi ci mette un tipo di pomodoro, chi vuole il cetriolo o no... E' un po' come ordinare la pizza Margherita "doppia mozzarella": non è più Margherita...
Insomma: dietro a dei piatti come la pasta al forno o le polpette, ci sta -direbbe Woody Allen- anche tutta una filosofia ed una psicologia. A seconda del tipo di avanzo (o di macinato fresco) che si usa, del tipo di verdure, fare due volte la stessa ricetta è quasi impossibile. Voler cambiare volta per volta, è una scelta di vita!
Che bello immaginare di capire i pensieri del cuoco soltanto cercando di leggere negli ingredienti... Rischio di errore assoluto; ma fantasia al potere.


Delizia in 1 minuto

Ingredienti (per 1 persona):
spaghetti 100 gr.
olio d'oliva extravergine;
grattugiato di formaggi;
salsa di soia

Premessa: è la pasta più semplice del mondo, ma per me anche quella che si gusta con maggior piacere. Ci si impiega un nanosecondo a condirla, poi ti lecchi i baffi, anche se non li hai.
Allora: lessare la pasta, scolarla, metterla nel piatto. Aggiungere abbondante grattato di formaggi vari, un filo d'olio e un po' di salsa di soia. Mescolare, agevolando la formazione dei grumetti di formaggio che si colorano di salsa di soia. Gustare ad occhi chiusi, mangiando lentamente ma non troppo (condire a freddo, aiuta a far diventar fredda la pasta). Enjoy your meal...

domenica 1 maggio 2011

Primo Maggio

Non sono mai stato particolarmente affezionato al primo maggio, che per me resta un giorno come un altro, esattamente come Capodanno, Pasqua, Pasquetta e compagnia bella. Le feste in generale (laiche o meno) lasciano il tempo che trovano, per me. Salvo forse Natale, ma non ne sono nemmeno tanto sicuro.
Faccio un lavoro che amo e non ha, per sua definizione, scadenze e tempi canonici. Oggi andrò a lavorare e non mi dispiace. So solo che in un giorno come oggi, non sarei a Roma nemmeno se mi pagassero viaggio e soggiorno. Perchè m'importa abbastanza poco della beatificazione in Vaticano, e tanto meno del concerto del 1 Maggio. Quindi, ben vengano le mie ore in onda a Rete Tre (16-20; se volete in streaming rete3.rsi.ch) almeno mi diverto un po' con lo sport da seguire e i colleghi.
E poi questa primavera mi sta dando problemi di adattamento. Prima freddo, poi caldissimo, ora così così: il mio fisico non si sincronizza... sto invecchiando. Fatico a concentrarmi, a produrre, a scrivere. Ma ce la farò, comunque.
Anche perchè sarà settimana pienissima, questa: tante, tante cose da fare e nemmeno troppo tempo per fare tutto. Bah, vedremo.
Lo so non c'è molto di divertente in quanto scritto oggi, ma in fondo è un blog di pensieri in libertà, mica uno spazio comico. Ecco.

Mezzepenne ai gamberetti

Ingredienti (per 2 persone):
150 gr. mezze penne
1 carota
1 zucchina
200 gr. gamberetti surgelati
olio, capperi, pepe, cipolla, prezzemolo

In una pentola antiaderente mettere un filo d'olio, i cubetti di cipolla, una spolverata di pepe. Appena scaldato l'olio e rolsolata la cipolla, aggiungere carota e zucchina tagliate a "julienne" (si scrive così?), un cucchiaino di capperi, il pepe e i gamberetti (lasciati scongelare oppure freschi); far saltare per 5 minuti mentre si lessa la pasta. Una volta cotta al dente, scolarla, versarla nell apentola del sugo e cuocere mescolando per un minuto a fuoco sostenuto, aggiungendo il prezzemolo, e  un filo d'olio.

venerdì 29 aprile 2011

Royal Wedding Day

Non si può non parlarne, non si poteva non gettare un'occhiata alla tv. Non credo di aver mai avuto nella vita un istante in cui mi sarebbe piaciuto essere al posto di William o Harry: certo, la loro vita ha dei vantaggi, ma anche molti svantaggi. Qualcuno? Dover per forza andare a vedere (e divertirsi) una partita di cricket; diventare per forza un militare e, se va bene, di almeno due corpi (aviazione, marina, cavalleria -se c'è ancora-...); avere un protocollo da rispettare anche in toilette; guardie del corpo e -magari- telefoni sotto controllo. Più costrizioni che libertà: non mi vedo Will che telefona a un suo ex compagno di scuola e lo invita a casa per una serata playstation... E... Will ne ha di colleghi? Cioè che lavoro fa nella vita? Cosa c'è scritto sul biglietto da visita, sotto "Principe di qualchecosa"?
Will e suo fratello non vanno al cinema: di solito è il cinema che va da loro, magari con registi ed attori che gli spiegano pure il film. Ai concerti magari ci vanno; di solito invitano a palazzo i musicisti, che è anche più comodo per tutti. Solo che una volta all'anno Elton John potrebbe essere vicino alla dose letale. Ma non c'è nessun altro nelle grazie reali di cantante inglese? Sting? McCartney? Vabbè...
Poi mi chiedo: magari stasera e nelle prossime settimane no... ma fra tre mesi, una sera a casa di Will e Kate, lei come gli chiede cosa vuole per cena? Come propone di mettere lui i piatti in lavastoviglie? Chi chiama il take-away per il sushi a domicilio? Perché han 30 anni... reali quanto si vuole, addestrati ad esserlo, ma non si può alzare la cresta solo per non fare il giuramento di obbedienza. Anche per altre cose più normali. Tipo "senti Harry e organizzati con lui per stasera, che io ho l'addio al nubilato di mia cugina"...


Pasta piselli e wurstel

(lo so, titolo quasi hard, ma così è...)

Ingredienti (per 2 persone):
 

180 gr. di conchigliette
4 wurstel NON di pollo (per favore)
1 scatoletta piccola di pisellini finissimi Bonduelle
cubetti di cipolla
olio, noce moscata, salsa di soia, prezzemolo, grana e pecorino grattugiato

Mettete a lessare 180 gr. di conchigliette. Nel frattempo, prendete una pentoletta antiaderente e metteteci un filo d'olio e qualche cubetto di cipolla, una spolverata di noce moscata. Poi unite una scatola di pisellini finissimi Bonduelle (sgocciolati). Mentre comincia la cottura a fuoco medio-basso, prendete una confezione da 4 wurstel (quelli normali, piccoli, non i bratwurst da hot dog) e tagliateli in lungo in 4. E poi riducete tutto a cubettini, grandi più o  meno come i piselli che avete messo in  pentola. Aggiungeteli ai piselli, e unite l'immancabile (per me) cucchiaino di salsa di soia.
Quando la pasta è al dente, scolatela, versatela nella pentola dove sta rosolando il sugo, e saltate tutto insieme a fuoco medio-alto per un minuto. Eventualmente, se il sugo (prima di metterci la pasta) vi pare troppo asciutto, prendete un cucchiaio o due di acqua di cottura della pasta. Una volta mescolato bene il tutto, "impiattate" (come dicono in tv) e spolverate con un mix grana-pecorino (lo so, quelli che sono in vendita in busta già fatta, saranno meno freschi ma vanno più che bene) e una spolverata di prezzemolo tritato. Se volete, una puntina d'olio ancora a crudo sul piatto ci sta.

mercoledì 27 aprile 2011

Un paio d'etti di premesse

Cosa troverete (se avrete mai voglia di leggere) su "Una pasta d'Uomo..."? Intanto un mare di pensieri in libertà, poi una serie di ricette inventate, anche monotone, ma di sicura riuscita. Non perché io me la tiri, ma perché le ho provate (e le ho fatte provare: altrimenti altro che chili e glicemia di troppo...).
Ma, ecco, il principio è il non essere rigorosi (salvo indicazione specifica). Sia nel delirare i miei pensieri, sia nel costruire le ricette.
Tipo: raramente scriverò quantità precise, sia di pasta che di elementi. Fate voi: ovvero chiunque abbia cucinato almeno una volta qualcosa di diverso dal latte scaldato e l'uovo sodo, sa che proporzione di ingredienti è necessaria... Ma anche il titolo conta. Se la pasta, ad esempio è "salmone e germogli di soia", magari le due quantità vanno proporzionate senza eccessi. Cercherò di essere il più preciso possibile, quando serve... promesso.
E attenzione agli ingredienti: scatolette, surgelati e simili (correggo su richiesta di Domi e Cris... simile non piaceva loro...) hanno anche i loro vantaggi. Certo, fresco è meglio, ma non fresco... non fa male!


Spaghettini salmone e germogli di soia
Ingredienti:
spaghettini
fette di salmone affumicato
germogli di soia bonduelle
sale (solo per salare l'acqua della pasta), pepe, salsa di soia, olio.

Mettete a lessare gli spaghettini. Quelli da 5 minuti, per intenderci. Io vi consiglio di spezzarli a metà prima di immergerli nell'acqua, ma se non lo fate va bene lo stesso.
Nel frattempo, in una casseruolina (grande abbastanza da contenere anche gli spaghetti, per farli saltare insieme al condimento) mettete: un filo d'olio, un cucchiaino di capperi, qualche cubettino di cipolla (fresca o surgelata), una scatoletta di germogli di soia Bonduelle (scolati) e fate soffriggere. Aggiungete una passata (minima) di pepe. Poi, quando mancano 2 minuti alla cottura degli spaghettini, aggiungere le fette di salmone affumicato tagliate a listellini. Fate diventare grigio il salmone, mescolando. Scolate (bene) la pasta, aggiungetela nella pentola col sugo, fate saltare per 1 minuto, mescolando ed aggiungendo un cucchiaio da minestra di salsa di soia.
Servite e buon appetito.

sabato 5 giugno 2010

Tra Louvre, Apple store e il sogno della Schiavone

Al Louvre c'ero già stato, e nemmeno tanto tempo fa. Oggi mi sono accorto che il Carrousel, ovvero uno degli accessi al megamuseo, sotterraneo e ben affollato, è diventato un centro commerciale pienissimo di negozi. Apple Store compreso. Direi che ci sono andato per quello, in realtà, non avendo abbastanza tempo per entrare anche nella più piccola delle sale del Louvre. Che di sabato, poi, non è nemmeno facile da visitare, visto che piovono turisti da ovunque.

Un negozio "made in mela" nell'anticamera del museo più famoso del mondo è cosa mica da poco... anche questo è marketing. E capacità di muoversi dove si possono fare i migliori affari.
Il sabato del Roland Garros è quello della finale femminile. Meno gente in giro: si gioca su 2 o 3 campi solo e, a parte le vecchie glorie, che sono sempre simpatiche da vedere in campo (ricordando il tempo che fu) si giocano le partite meno interessanti: finale giovani, doppio misto...
Senza signorine francesi in finale, anche i bagarini nel tragitto dalla stazione allo stadio, erano piuttosto mosci e delusi: probabilmente siamo passati una mezzora prima del momento della disperazione, dei saldi "per rientrare" almeno di una parte delle spese. E beh... Shopping a parte (l'asciugamano o lo prendo oggi, o mai più) l'attenzione era globalmente ppuntata sui bollettini meteo. Oggi temperatura da fusione, afa, e solo qualche scampolo di nuvola per non cuocere anche dentro gli spazi condizionati. E il servizio meteo francese che definisce il giorno come "Estival" (promo per Mendrisio e Lugano?). Ma domani, la definizione è "mammamia": con Nadal-Soderling in campo alle 15, e nel tardo pomeriggio acquazzoni in arrivo, si mette davvero male.
Intanto, davanti a me, a 15 metri in linea d'aria (io sono nella tribunetta stampa (coperta e con un po' di aria corrente) la Schiavone cerca di materializzare il sogno di una vita contro la Stosur. Vinto il primo set, sofferto il secondo. Break e controbreak, tensione e tattica su ogni palla, guai a perdere il minimo vantaggio, di qualsiasi tipo. Che bella partita, e senza le Williams: che saranno simpatiche, ma sono anche degli armadi e pestano -la pallina- come dei muratori...
Ecco, siamo 6/4 4/4... a un soffio dalla fine, o dall'inizio. 80 minuti di gioco.
Quando vedo la Schiavone, non riesco a non pensare al fuorionda di "Striscia la Notizia" (intanto 5/4 Stosur). Vista da vicino l'australiana ha le braccia che sembrano quelle del Big Jim: bicipite non scolpito, di più...

Due file davanti a me, tra il pubblico, c'è uno che ha la stazza di Clarence Clemons (se riesco metto la foto) e indossa un completino che sembra popart da indossare. Deve essere un vip di qualcosa, visto che continua a salutare con la mano, stile papa... anche se nessuno lo ricambia. Non guarda la partita: guarda in giro per vedere se guardano lui. Un mito.
Intanto 5/5: Schiavone tiene il gioco a zero, e si avvicina il tie-break. Salvo sorprese nei prossimi 2 giochi. Si sente profumo di miracolo italiano, comunque... Prima è passato Gianni Clerici con un sorrisone propiziatorio (ormai siamo amici, mi saluta ogni volta che mi vede) ed ancora una volta ho incrociato John McEnroe, che stamattina giocava con i vecchietti, poi oggi, elegamntissimo, era in cabina a commenatare. Un grandissimo, anche quando giocava.
Intanto 6/5 Stosur, servizio a zero. Quindi, o set all'australiana, o tie-break. Ecco... Questo gioco me lo son gustato tutto: siamo 6/6, è tie-break, alla fine.
Mi piacerebbe poter sentire cosa pensano le due ragazze in campo: cosa si dicono per non agitarsi, per concentrarsi, per non farsi influenzare dai 14 mila che vivono con loro la partita. Momento topico: anche il vip-sconosciuto-variopinto s'è messo a vedere la partita, quindi è catarsi totale... (PS: siamo 2/1 per mademoiselle Schiavonn come dicono qui... anzi 2/2 ora...).

Schiavone strappa il punto sul servizio: 3/2 e ho capito cos'ha pensato. Si è chiusa i pugni vicino alla faccia, e s'è detta (ne sono sicuro) "Madonna, Madonna ci siamo...". E il salto dopo il 4/2 (per andare al cambio campo) mi conferma che più o meno era proprio così...
Che tensione, soffro pure io... Se tiene il punto, possono cominciare a tremare le gambe... del resto queste partite leha sempre viste solo in tv... 5/2... ecco... la Stosur serve, per restare a galla, ma potrebbe non bastare... 6/2: la tachicardia ce l'ho io... lei si asciuga il sudore e credo pensi a quel che ha detto ieri: "se vinco, mangio un po' di terra..."...
FATTA!!!
S'è sdraiata per terra, rotolata per terra, interrata tutta... e s'è arrampicata per due rampe dello sstadio, per abbracciare amici parenti e staff... Bello, proprio bello... Una emozione davvero.

venerdì 4 giugno 2010

Che caldo... e che paura...

Lasciamo stare gli ultimi 10 giorni. Torniamo dove eravamo rimasti. Campo centrale. McEnroe sarà in giro a fare le sue cronache, stamattina il caffé non lo ha preso con me. Ma proprio mentre scrivo queste righe, sono sul campo centrale, tribuna stampa. Davanti a me Soderling (il giustiziere di Federer... tanto per gradire la settimana passata) tenta di conquistare la seconda finale contro Berdych. Siamo 2-1 (set) per il ceco. Quindi, per Robin si fa dura. Che patisca quel caldo che non c'era il giorno della partita contro Roger? Mannaggia...

Avviso ai naviganti: ieri sera all'aeroporto ho avuto paura. Son stato stupido, lo so, ma me ne sono accorto quando era troppo tardi. La scena: esco dal terminal e 5 o 6 tizi che chiacchierano mi chiedono se cerco un taxi per il centro di Parigi. Sì, rispondo... Mi dicono: prezzo fisso, 65 euro. Io faccio notare che giusto una settimana fa ne avevo pagati 50 a tassametro, quindi non mi va bene. E allora un paio mi dicono "ok, andiamo... 50 euro fatta".
E mi fan scendere al terminal partenze: già qui mi doveva scattare l'allarme, che non ha suonato. Quando poi mi carica di peso su una macchina senza la targhetta taxi... ho cominciato a preoccuparmi... Quando mi ha fatto vedere la licenza in fotocopia, mi son preoccupato un po' di più... Quando ha cominciato ad uscire dall'autostrada e fare il giro dei quartieri più desolati di Parigi, scrivendo messaggi e parlando al telefono, ho detto: "è fatta, ora si ferma, mi dà una trambata in testa, mi ruba tutto e ciao ciao".
Invece no... Arrivato a destinazione, senza problema, e anche in tempo accettabile. Insomma... mi è andata bene, ma credo che non rischierò più un viaggio con il patema di svegliarmi non so dove e senza nulla dei miei oggetti personali. In particolare se il tassista parte sgommando e con la MIA portiera ancora mezza aperta... Direi che no, meglio di no. Voglio un taxi con scritto taxi, sia sul tetto che sulla fiancata!!!

lunedì 24 maggio 2010

Mi passi lo zucchero, John?

Per me, oggi, non è facile mettere in un qualsiasi ordine le cose che mi sono capitate. Vale di più bere un caffè insieme a John McEnroe (insieme… si, uno di fianco all’altro, ma facendosi i fatti propri, scambiandosi un “hallo” e un “bye”) o essere a 3 cm da un Federer fresco di doccia che entra in sala stampa per le interviste?
Vale di più essere seduti a 2 posti di distanza dal palco della famiglia Federer a vedere un pezzo della partita sul centrale, o sfiorare di assistere ad un ko (che non c’è poi stato, in effetti) di Serena Williams contro una giovanissima tennista svizzera a cui nessuno era pronto a dare un minimo credito di portare la campionessa americana al tie-break al primo set?

O ci prendiamo tutto insieme e ce lo teniamo buono, dimenticandosi che potrebbe anche essere l’ultimo minuto parigino, visto che le condizioni di papà sono peggiorate e la voglia di prendere l’aereo e scendere a trovarlo aumenta ogni minuto che passa...


Oggi a Parigi, come in molte parti d’Europa, era festa, il lunedì di pentecoste. Immaginatevi che ressa non solo in città, ma ovviamente anche al tennis. E che caldo: sfondati i 30 gradi. Ecco, 20 minuti sul centrale sotto il sole cuociono abbastanza. Come fanno tifosi e parenti a resistere un match o più è un mistero…

domenica 23 maggio 2010

Nero più che azzurro...

Riassunto della prima giornata. I Pingus (Fabri e Eve) mi portano a Malpensa dove mi aspetta il volo per Parigi. All'arrivo al terminal, colpisce una maglia gigante dell'Inter appesa ad uno dei palazzi dell'aeroporto. Certo, è sabato 22, è il giorno della finale... Chissà quanti in attesa di volare a Madrid. Ecco, infatti... Ma chi si immaginava così tanti? Ieri per la capitale spagnola partiva più o meno un volo ogni 10 minuti. E questo ha comportato il fatto che quasi tutti quelli che erano presenti all'interno dello scalo non per motivi di lavoro, indossassero una maglia con righe o loghi interisti. Tanti Eto'o, parecchi Ballotelli, un tizio (molto somigliante al rugbista Chabal) con quella di Cordoba. Persino un paio di Ronaldo... Secondo effetto collaterale: conti d'oro per tutti i bar dello scalo, ma impresa impossibile trovare una brioche e code bibliche per un caffé. L'economia ringrazia l'Inter. Io, quando ho visto in un angolo, nascosti e silenziosi, due tifosi del Bayern in attesa di salire su un volo dei tanti per Madridd, ho avuto compassione. E anche un po' di tristezza, perché le loro facce già mostravano come sarebbe poi finita la serata. Anche per questo, appena agganciato a Parigi il compagno di viaggio Stefano Ferrando, quasi senza proferire parola ci siamo indirizzati verso una buona cena, piuttosto che un'affollata brasserie con maxischermo.

Il nostro hotel è nei pressi di Notre-Dame, ad uno sputo dal Louvre. Avete vsto il film "Il Concerto"? Ecco, siamo dietro al teatro Chatelet. Meglio di così si muore, anche se... La camera, piccolina ma ben tenuta, è curiosa. Per andare sul balcone bisogna scalare la finestra, visto che il balcone è a più di 1 metro da terra... In bagno il lavandino sembra una ciotola da insalata: non comodo e nemmeno bello. E fare la doccia è sempre un esercizio di stile: si rischia di allagare la stanza, visto che la paratia arriva a metà vasca. Risparmio... Il primo dramma si chiama Internet. L'hotel lo fornisce gratuitamente.
Naturalmente, un solo piano dello stesso ha problemi di connessione: il nostro. Così per vedere la posta, scrivere qualcosa su Facebook, spedire un paio di foto è necessario scendere nella hall. Dove ieri sera gli inservienti di turno si erano accampati sull'unico tavolo con un take away giapponese preso sulla via parallela all'albergo. Stamattina sul divano c'era un tizio sdraiato a ronfare candidamente. Doveroso uno sguardo anche alle previsioni: danno pioggia da martedì a oltranza...

Ore 9.30: si va al Roland Garros. 40 minuti di metro e 10 a piedi, si arriva all'ingresso. Procedure d'accredito normali e veloci, per me. Stefano qualche problema, risolto con un'oretta di patema. Ci installiamo nella cabina tv: vista spettacolare sul Centrale (Campo Chatrier) internet wifi che... non funziona. O meglio, quando decide di andare, va a bit all'ora. Per scaricare la mia copia in abbonamento del "Fatto" di oggi, 26 minuti (8 mega di roba, mica esagerato: fortuna che non devo guardare Lost in streaming...).
Federer gioca domani. Nadal gioca martedì, se non piove... Tra poco magari vado sul campo 18 a vedere Roger allenarsi. (Aggiornamento: ci sono andato, c'erano 1000 persone a vedere un allenamento. Di fianco c'era una partita del tabellone principale, e meno di 200 persone a vedere... Questa è la forza di un grandissimo campione!). Speriamo bene.

PS: per la serie le piccole differenze... A Flushing Meadows l'organizzazione passa un credito di 20 dollari al giorno per il cibo, in uno qualsiasi dei ristoranti del complesso. A Wimbledon ogni due tre ore passano a chiederti se vuoi (gratis) panini, insalata, dolcetti, acqua. Qui bibite fredde offerte, caffé e cibo a pagamento. Forse non vi interessava saperlo...

giovedì 20 maggio 2010

Parigi, oh cara...

Da domenica Roland Garros. E noi (Sfetano Ferrando ed io) ci saremo. Un po' per lavoro, un po' per diletto, un po' perché appassionati di tennis, di Parigi, di sport.
Partenza differita sabato: Stefano da Lugano via Zurigo in TGV; io da Malpensa in aereo: vulcano permettendo... Eh sì perché Eyjafjallajokull continua a polverizzare l'aria, gli aerei rischiano di non volare: e speriamo che invece lo facciano, perché essere a Malpensa a mezzogiorno e dover di corsa "fiondarsi" in centrale a prendere il primo treno possibile, non è una cosa che io bramo di dover fare...
Parigi, dunque. Installati in hotel, il programma prevede: ricerca di un posto dove cenare e vedere la partita. Perché c'è una finale di Champions, che per me conta poco, ma il sogno di una sorpresa resta forte. E questo perché pur con tutti i problemi che porterà una sconfitta dell'Inter all'Italia nelle coppe, l'idea della tripletta io non riesco a digerirla. Alla fine andrà così e allora sarò solo felice per mio papà, interista d asempre, che da 40 e passa anni sognava di vedersi una finale dell'Inter... e lo farà dall'ospedale.
Ma di questo ne parliamo sabato o domenica, aspettando che si riempiano i campi del Roland Garros.

lunedì 8 marzo 2010

Cuba e la sfiga

A Cuba, lacua (l'acqua… beh si capiva) ha un sapore strano. Anche quella in bottiglia, che sa di cloro. Forse, visti i ritmi cubani, han pensato di far così per agevolare il riempimento delle piscine. Direttamente dalla bottiglia. E se poi la bevi, male non fa (spero)!
Scherzi a parte, Cuba è un posto bellissimo: se togliamo le zanzare, che non si accorgono che un turista a caso (io) ci va proprio in una delle settimane più fredde della storia di tutti i mesi di marzo cubani, e fanno il loro lavoro -di pungerti- comunque... Quella della settimana fredda, me l'ha raccontata il tassista che ci ha portato all'Havana (o Habana: non me lo sono riusciti a spiegare qual è il modo giusto di scriverlo)!
E se insieme alle zanzare ci togliamo una certa indolenza delle persone, che hanno i ritmi un po' troppo tranquilli? Io volevo strozzare la tizia dell'aeroporto che, dopo aver fatto il check-in, e averci detto che si imbarcava alle 18.30 dalla porta B15, alle 18.40, quando le chiedevi cosa fare, visto che l'aereo era scomparso dal monitor -come se fosse già partito- ti rispondeva, placida: "scendi e aspetta lì"… Un paio di dettagli in più? Impossibile?


Comunque sia, andare una settimana a Cuba e trovarsi: vento, temperatura mai sopra i 20 gradi, zanzare (solo gli ultimi 3 giorni, lo confesso) e nuvole in abbondanza, un po' ti fa immaginare di essere sfigato. Poi ti imponi il pensiero positivo, e ti illudi che può capitare… Anche se in molti avevano detto che questo inverno era strano, fin troppo lungo… e così via.
Ecco, io ho rimpianto Cuba quando qui a casa mi son trovato il sole, ma con 2 gradi l'8 di marzo. Alla fine erano meglio 20 gradi ventosi. E, come capita in queste situazioni, mi vien da dire che, tutto sommato, all'inverno freddo preferisco il caldo (peccato che so già che tra meno di 6 mesi sosterrò il contrario, se l'estate sarà calda quanto questo inverno è stato freddo).
Ma un pensierino sulla sfiga, ci sta comunque: l'anno scorso, viaggiando tra Chicago e Los Angeles, in 17 giorni abbiamo trovato prima l'inverno più persistente degli ultimi anni, con neve anche in Arizona a pasqua (il deserto imbiancato ha il suo fascino, comunque). E poi abbiamo avuto l'estate più anticipata da 30 anni in qua, quando il 20 aprile siamo arrivati a Santa Monica con 40 gradi. Per noi che eravamo partiti con abbigliamento medio (quindi primaverile, adatto per climi non estremi) e che abbiamo svuotato i rimasugli invernali dei negozi di Chicago e dintorni, il caldo di L.A. non è stato poi così gradito. Ma sono cose che capitano. A me spesso…!


Adesso per un po' di vacanze non se ne parla… aspettiamo e vediamo. E chissà che altre sorprese ci riserva il giorno che arriva...